PERCORSI  NELLA COMMEDIA

 

 

Il laboratorio teatrale del “Giotto Ulivi” ha messo in scena  sabato 23 novembre al Parco  Mediceo di Pratolino “Percorsi nella Commedia”.L’intento era già esplicito nella presentazione: affidare il testo  a due componenti: la recitazione  fuori scena dei versi  danteschi a tre lettori e la mimica e gestualità  agli studenti interpreti, come realmente è avvenuto.

  Per un testo come quello dantesco forse  era l’unica formula possibile per affrontarne  la rappresentazione, quindi la regista e coloro che con lei collaborano, hanno compiuto una scelta  estremamente coraggiosa, rischiando anche di non essere capiti o che comunque non venisse  colta la validità dell’iniziativa,  eppure quasi così, con recitazione dell’autore e mimica degli attori, il Medioevo, sicuramente il Boccaccio, immaginava  che si svolgessero le rappresentazioni  teatrali nell’antichità (cfr, Boccaccio, Esposizioni sopra la Commedia, Accessus, 23 e  anche  l’esposizione a c. I 84-86, in Boccaccio, Tutte le opere, a cura di V. Branca,  vol VI, 1965, A. Mondadori ed.).

    Confesso di non conoscere precedenti di trasposizione sulla scena del Poema, quindi non posso fare confronti, né credo certo serva  paragonare l’opera di attori eventualmente professionisti, con quella  di ragazzi che  fanno teatro per passione, ma sono contemporaneamente  impegnati nel lavoro scolastico. Rimossa  quindi l’inutile ipotesi di confronti, rimane  il compito di spiegare quello che lo spettatore recepisce: io ovviamente parlerò per me.

   Ho seguito con grande interesse e emozione  tutto lo spettacolo. Perché con emozione? Perché più il tempo passa, più questo testo mi appassiona , mi attrae (nel senso etimologico del termine), mi intriga, come si usa dire oggi.. E credo che sia questa la caratteristica  del  Poema, quella  di avvincere, coinvolgere, rapire tutta la sensibilità del lettore, di catturarne l’animo; insomma un amore che cresce nel tempo e non conosce  declino. Quindi, leggendo e vedendo una rappresentazione della “Commedia”, si rimane attratti dal fascino della grande poesia e questo fascino della grande poesia  è stato reso in modo valido sabato a Pratolino, sia dalla lettura  fuori scena, affidata  a lettori eccellenti, che hanno saputo misurare toni e inflessioni, senza  mai cadere nell’enfasi che avrebbe sciupato tutto, ma anche alla gestualità , alla mimica, dosata con gusto ed equilibrio da giovani che hanno agito in sintonia. Così sono stati recitati   versi che riguardano  alcuni degli episodi più famosi delle tre cantiche (peccato  che sia stato tagliato fuori l’episodio di Ulisse, di cui sento una certa mancanza, mentre, seppur drammaticamente eccelso, non rimpiango eccessivamente l’assenza di riferimenti all’ episodio del conte Ugolino. L’attualità, per conto suo, ci presenta spesso fatti di cronaca scolvolgenti , scenari inquietanti, minacce incombenti che  spingono a riaffermare la forza di valori positivi per il singolo e la collettività e l’episodio di Ulisse, ribadisce il valore  della conoscenza, nel senso più alto del termine).

   Bravi dunque questi ragazzi, sui volti dei quali si leggeva una serietà che spesso noi, vedendoli nelle aule scolastiche, non cogliamo e una capacità di identificazione con testo e autore che sono davvero notevoli. Si capisce, dunque, che il teatro incide molto sui loro comportamenti,  sulla loro personalità, anche sui loro  gusti, probabilmente, rappresenta certo  uno stimolo a crescere  e a confrontarsi con i coetanei, con gli adulti, con se stessi; per alcuni significherà senz’altro superare se stessi, per altri invece mostrare se stessi agli altri per farsi apprezzare.

   Io considero positivo tutto questo. Vorrei aggiungere  anche che questa attività, negli animi migliori, è fonte di grande arricchimento morale e umano. Inoltre può risultare utile a noi insegnanti  perché ci pone di fronte  ragazzi che hanno un incontro in più con l’arte e per i quali  la mediazione  con l’artista e l’opera d’arte è  indubbiamente agevolata, resa più facile dal fatto che il giovane  ha già in sé la disponibilità ad un colloquio con l’artista. Ultima considerazione: mi pare che l’attività teatrale sia uno dei pochi legami che gli ex studenti del “ Giotto Ulivi” hanno con la scuola e questa continuità va mantenuta.

   Dunque vanno incoraggiate queste iniziative, vanno , a mio avviso, invitati anche gli studenti delle prime classi ad avvicinarsi a quest’attività, che riempirà vuoti pericolosi, se non colmati, che aiuterà  i nostri giovani a crescere serenamente, ad apprezzare l’arte, a formarsi un gusto, a conoscere la vita di cui l’arte, l’arte vera, come quella di Dante, è specchio fedele, a dotarsi di un efficace antidoto contro la sopraffazione e la violenza  che sono uno dei tanti  flagelli  dell’ angosciata   umanità del Duemila.

 

Prof.Lucia Labardi