Il lungo viaggio verso il mare (la trama) (il taglio critico)

Peer Gynt è composto da due parti ben delineate, di cui la prima è un lungo ed esplicativo preludio dei percorso di un giovane uomo.

Da questo preludio nasce la messinscena proposta che non né storia vera, né racconto di fiaba.

In un piccolo paese della provincia norvegese, da una famiglia di benestanti

decaduti asce Peer Gynt. Si dimostra presto sprezzante delle regole di

buona convivenza e di ragionevolezza; a nulla valgono i rimproveri della

mamma amata Aase, che il figlio aggira con la sua parlantina e le sue

fandonie.

Aase vorrebbe invano che suo figlio, si distinguesse tra i giovani del paese e si costruisse una solida posizione sociale. Durante la festa di matrimonio del più ricco contadino, Peer, giungendo non invitato, si inimica tutto il paese a causa delle sue spudorate menzogne, corteggia con atteggiamenti provocatori la straniera Solvejg, si ubriaca disperatamente, attacca briga con i sanguigni coetanei, scatenando una feroce rissa e poi fugge. Fugge e porta con sé la sposa, Ingrid, innamorata di lui, per poi allontanarla brutalmente da sé, dopo averla disonorata.

Ripudiato dalla società paesana Peer è costretto a fuggire, lasciando non più solo la madre ad aspettarlo ma anche Solvejg.

Più volte la forza del bene di queste due donne salverà il ragazzo che, materializzando le sue fantasie, viene irretito da tre mandriane e sedotto; è

corteggiato da una misteriosa donna vestita di verde che, a sua volta, seduce. Si trova pericolosamente vicino alla morte all'intemo di una caverna abitata da esseri fantastici. Il loro re, un vecchio trold (personaggio delle favole norvegesi), lo costringe ad un processo per indurlo a pensare a se stesso e basta. Peer vacilla ed è salvato dalle campane che Aase e Solvejg fanno suonare. Il successivo incontro è con qualche cosa di estremamente più pericoloso: senza forma e nascosto nelle tenebre è celato il Gran Tortuoso. Ancora una volta le provvidenziali campane strappano il giovane alla fine, dopo che anche lo spirito guerriero delle sue due protettrici, materializzato intorno a lui, rischiava di essere sconfitto.

Intanto la condanna e la fuga del giovane dal paese ha ridotto Aase alla miseria. Solvejg raggiunge Peer, con la forza dei suo amore assoluto arresta momentaneamente il suo viaggio e lo induce ad accarezzare l'idea di un futuro stabile e sicuro. E' però troppo tardi. , Una creatura che cela in sé l'attrazione della giovinezza e la ripugnanza della Vecchiaia batte alla porta della coscienza di Peer, gli porge il conto dei suoi errori e delle sue menzogne. A Peer non resta che tornare all'inizio di questo viaggio, illudendosi che tutto sia rimasto invariato.

La forza di Peer Gynt

Peer, interpretato da 4 attori, è ciò che siamo tutti noi: mentitori e veridici, generosi e crudeli. Anche se con una particolarità: egli sa di sognare, egli rende oggetto la sua realtà interiore: tutto avviene dentro di sé ma tuttavia tutto vive anche concretamente.

Con l’andamento di una fiaba, l’inizio vede il giovane adolescente dimostrare immediatamente la sua struttura di realistica umanità: mente e viene brontolato dalla madre (anch’essa sdoppiata nell’interpretazione, vivida la prima, leggera la seconda) sogna e viene bruscamente riportato alla veglia. La scena vuota che rappresenta lo spazio indefinito intorno all’uomo, non accompagna il percorso di Peer, ma viene attraversata dai suoi errori e dalle sue cadute, nella continua ricerca di sé stesso. E’ un difficile viaggio quello di Peer, che molto ricorda il tentativo di iniziazione, attraverso la materializzazione delle proprie paure, attraverso lotte pesanti che egli stesso procura e ricerca con il gusto di perdersi

per sapersi poi sempre meno ritrovare, con il risultato continuo di allontanarsi sempre più da sé stesso. Lo spazio scenico si popola incessantemente di figure a volte reali oppure imprecise e terribili: sono le evocazioni dettate dai nostri desideri che ci riempiono di certezze e di forza vitale, o delle nostre paure che scarnificano e impoveriscono le nostre speranze. Sono gli incontri quotidiani di ogni essere umano che non si ferma per questo e che continua il proprio viaggio