Liceo Scientifico "Giotto Ulivi" Borgo San Lorenzo (FI)

 

Gruppo V A

 

Tra Giganti e Rinoceronti nel "brutale mondo moderno"

 

Le due opere che abbiamo messo a confronto, I Giganti della Montagna di Pirandello e Il Rinoceronte di lonesco. sembrano avere poche caratteristiche in comune, ma da un'attenta lettura dei due lavori teatrali siamo giunte alla conclusione che le due opere siano più vicine di quanto si è soliti ritenere. Ci siamo interessate al parallelismo fra i due autori dopo aver assistito ad una rappresentazione de Il Rinoceronte, in seguito alla quale è nata l'occasione di analizzare le differenze e le affinità fra gli scritti e le vite dei due drammaturghi, poiché eravamo già immerse nel mondo pirandelliano grazie alla rappresentazione, a cui avevamo assistito, di un'opera liberamente tratta dagli scritti di Pirandello.

Ciò che ci ha portato a focalizzare la nostra attenzione sulle opere sopra citate e stata la necessità di restringere il campo d'azione del confronto, che da questo punto di partenza si è poi espanso fino ad arrivare a toccare la realtà odierna.

 

La prima affinità che abbiamo riscontrato è la mostruosità di alcune caratteristiche, sia dei Giganti sia dei Rinoceronti, che annunciano il loro arrivo con il rumore lontano di una cavalcata selvaggia. Rumori in lontananza. Si avvicinano sempre di più. Con fragore, disordinatamente..

Potenza e brutalità. Forza e insensibilità. Con la loro prorompente irruzione creano un turbine di sensazioni nel personaggi colti di sorpresa: curiosità, incredulità, disorientamento, paura. Rumori provenienti da creature mastodontiche; umane ed animali. Giganti e Rinoceronti. Una descrizione così dettagliata che sembra quasi di udirlo, questo galoppare disordinato e incivile, questa cavalcata di una massa impetuosa che tutto travolge .......

Il "brutale mondo moderno" non è altro, per Pirandello, che il contesto storico e culturale in cui si trova ad operare, un contesto caratterizzato dal potere di "giganti" che condizionano sempre più pesantemente la creazione artistica: da una parte il potere politico del fascismo e dall'altra il potere della nuova industria culturale sempre più orientata verso il "botteghino" e verso il consenso del pubblico, con un conseguente appiattimento della cultura, privata ormai di tutte le sue componenti più alte e quasi insofferente alle idee degli autori più originali.

lonesco trae ispirazione per il suo Rinoceronte dalla situazione politica rumena prima della Seconda Guerra Mondiale, con la rapida diffusione dell'ideologia nazista. Ma egli stesso ha affermato, nel 1961, cioè molto dopo la fine del nazismo: M'infischio degli intellettuali che, da una trentina d'anni, non fanno che propagare la rinocerite, e sostenere fílosoficamente le isterie collettive delle quali popoli interi divengono periodicamente vittime Ove quel "periodicamente" vuol dire che la "rinocerite" non è una malattia episodica, di un preciso momento storico, ma una malattia socìale che tende a ripetersi in forme diverse, più o menogravi, con l'intruppamento passivo in nuove ideologie politiche o con l'adesione acritica a modelli di comportamento uniformi indotti dalla società. Nella sua opera l'autore rumeno testimonia lo svolgimento di questo processo (e sopratttutto la terribile automaticità e facilità di questo processo) che porterà la maggioranza dei personaggi ad uniformarsi ad un canone che inizialmente appariva orrendo, e che sarà poi la trasformazione m rinoceronti, bestioni forti ma poco intelligenti, che corrono tutti nella stessa direzione.

Ciò che ci ha particolarmente attratto di queste due opere teatrali e la possibilità di trasferire gli impliciti appunti alle società dalle quali sono nate anche alla società attuale. Il problema della massificazione, che emerge da due diversi punti di vista dalle opere analizzate, è un pericolo di cui tutti ormai abbiamo preso coscienza . La massificazione e il gigantismo moderni ampliano il proprio campo d'azione a tutto A mondo, non rimanendo una caratteristica di alcuni stati. Si possono ritrovare delle forme di gigantismo nell'industria culturale odierna., che, grazie soprattutto alla televisione, e riuscita ad unificare le richieste ed i gusti di un pubblico che, a livello ormai internazionale, è ormai destinatario degli stessi prodotti preconfezionati la cui unica funzione è quella dello svago e dell'evasiOne. Con questa nuova concezione del prodotto culturale (diventato come non mai prodotto commerciale) si compie ciò che Pirandello aveva tristemente destinato a finale dei Giganti della Montagna. la sostituzione di un'arte intellettualmente impegnata, pura e disinteressata, con una finalizzata al solo consenso del pubblico (consenso che Oggi sì chiama audience).

La massificazione attuale non presenta più i caratteri di fanatismo ideologico descritti da lonesco: in modo meno appariscente ma forse più profondo investe i modelli di comportamento, i valori, i costumi ed il linguaggio di tutte le componenti sociali, in particolar modo i giovani. I giovani sono, m questa società che tende ad una cìeca massificazione, combattuti tra la volontà di portare avanti ì propri valori e l'esigenza di non emarginarsi totalmente dalla società e dai "canoni" che ella ci offre. E' difficile mantenere e sostenere con forza le proprie convinzioni davanti ad una società che tende ad unificare tutta la comunità mondiale intorno a consumi e a modelli di comportamento sempre più omologati. Dobbiamo però sforzarci di non essere troppo pessimisti sul futuro. La società moderna non è un mostro da combattere, ma un organismo complesso da cui è possibile trarre vantaggi, culturalì, economici e tecnologici, sempre però nel rispetto delle diverse individualità. Non possiamo credere che lo sfruttamento di talì possibilità sia correlato forzatamente alla perdita dei propri ideali, alla perdita della propria identità. Essere coscienti del pericolo è tuttavia indispensabile per mettere in atto quelle difese, intellettuali e morali, che possono permetterci di non farci travolgere da questo sicuramente difficile se non proprio brutale-mondo moderno.

 

Lucia Braccini

Laura Paladìni

Giada Romei

Denise Venturi