Questo lavoro è nato in una classe III del liceo scientifico, durante le normali ore di latino. Si è proposto agli studenti di tradurre una intera commedia di Plauto, naturalmente con un'equa ripartizione del testo per gruppi di alunni. Durante il lavoro è nata l'idea di una possibile messa in scena, ma a questo punto sono nate le difficoltà: ci si è accorti che la traduzione letterale, per quanto corretta e per quanto poi rielaborata in funzione di una lettura scorrevole, non era adatta per il teatro, e soprattutto non era in grado di rendere la vivacità espressiva di Plauto di fronte a un pubblico moderno.

Premio "Giorgio Bassi" per la traduzione originale

in occasione della Rassegna provinciale Scuola-Teatro

Teatro di Rifredi - Firenze - Aprile 1998

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Di qui è iniziato un lungo lavoro di revisione e di adattamento che ha investito tutti i livelli del testo: da quello sintattico (semplificazione di strutture complesse) a quello lessicale (ricerca di termini più vicini possibile al nostro linguaggio corrente), a quello fonico (come rendere in italiano tutte le allitterazioni e i vari giochi di parole che sono una caratteristica della comicità plautina). Anche similitudini, metafore, modi di dire, proverbi sono stati attualizzati per renderli comprensibili e quindi per non disperdere la loro comicità.E come rendere nella nostra lingua d'uso le imprecazioni e le "parolacce" latine?.....
....... E' stato poi rifatto completamente il prologo, dato che quello originale ci appariva ormai non più recitabile; alcuni monologhi sono stati versificati in settenari doppi, anche per ricreare una pallida idea della vera commedia antica, che era scritta tutta in versi. E' stata composta anche una partitura originale di base per piano e flauto, con forti venature di parodia, ricca di elementi e tunes tipici della colonna sonora comica di oggi, molto lontana quindi da ogni tentazione di "archeologia musicale": alla flautista è tuttavia affidato il compito di accompagnare, improvvisando sul palcoscenico, le battute e i movimenti dei personaggi in alcunescene della commedia, proprio come accadeva, a quanto sembra, anche ai tempi di Plauto.

teatro@giottoulivi.it

Sia la scenografia (un'antica piazza con due case laterali e una casa sul fondale, con un pozzo in "pietra" al centro) sia i costumi (greci con qualche.. licenza romana) sono stati studiati, disegnati e realizzati dagli alunni della stessa classe, guidati da due insegnanti. Si tratta, in sintesi, di un lavoro teso a ricreare, al di là della dimensione letteraria, soprattutto la dimensione teatrale di Plauto, un tentativo di ridar vita a uno spettacolo vivace, brioso, in cui la comunicazione e il "contatto" diretto col pubblico giocano un ruolo determinante.