prof. Simonetta Chiappini
Su DOC Toscana. Pensieri e fatti di
qualità per l'Europa, n°12 luglio 2004
Tutti all'Opera! Siamo in Mugello
dove si salvano teatri e mestieri
Chi entra nel teatro comunale di
Vicchio nel Mugello intitolato a Giotto
non potrà che confermare il detto che
vuole la Toscana "il regno dei
teatrini". Piccolo, 6 metri e mezzo il
palcoscenico, ma di proporzioni
eleganti, con due ordini di balconate
graziosamente sorrette da pilastrini in
ghisa, può contenere poco più di cento
spettatori, confortevolmente seduti in
poltroncine di velluto azzurro.
Costruito nel secolo scorso in garbato
stile tardo ottocentesco con qualche
sfumatura liberty, stile di casa in
Mugello, e ora perfettamente restaurato,
evoca magicamente allestimenti di
gustosi intermezzi settecenteschi, o di
opere da camera del Novecento. Un vero
teatro in miniatura, specialmente
adatto, parrebbe, agli occhi di un
bambino incantati a gustare per la prima
volta il fascino del palcoscenico e
della musica dal vivo.
Ma si tratta di un sogno: l’opera non
compare in Mugello da quasi mezzo secolo
e da qualche anno manca anche il
progetto organico di una stagione
concertistica. E pensare che il teatro
di Borgo san Lorenzo, oggi utilizzato
solo come cinema, era stato voluto
dall’Accademia degli Audaci del tutto
simile al Niccolini di Firenze, e fu
inaugurato nel 1872 dall’ Ernani
di Verdi; continuò a produrre un’opera
all’anno, fino al secondo dopoguerra. In
seguito la stagione concertistica dei
"Giovedì musicali" ha richiamato artisti
di prestigio del calibro di Maria Tipo,
Daniel Rivera, Bruno Rigacci.
E oggi? Negli ultimi tempi i tagli
della spesa pubblica hanno reso
arrischiata e impraticabile ogni
prospettiva di grande respiro,
nonostante la sempre crescente domanda
di consumi culturali e musicali in un
territorio in continua espansione e
qualificazione. I dati parlano di
costante crescita demografica, di buona
qualità della vita, di proposte
culturali e turistiche che nascono a
testimonianza della vivacità di un
tessuto sociale sostanzialmente integro
e aperto a nuovi sviluppi.
Ma proprio questo sogno: allestire
opere agili, godibili, create con
organico ridotto ma di qualità, adatte
ad un pubblico di bambini e adulti, ha
mosso la fantasia di un gruppo di
artisti ed operatori culturali attivi in
Mugello. Cantanti, strumentisti,
registi, musicologi, coreografi,
insegnanti, operatori che provengono dal
campo dello spettacolo nazionale ed
internazionale, decisi ad investire nel
territorio in cui hanno scelto di
vivere, vogliono fare ancora di più per
gli spettatori, oltre che introdurli
alle gioie del bel canto: farli entrare
nel fuori-scena, nella sala-trucco, alle
prove, coinvolgerli prima, durante, dopo
lo spettacolo.
E’ un progetto che sta prendendo
forza in questi mesi e nasce da basi
concrete, che non sono solo le
professionalità presenti nella zona, in
costante arricchimento e ampliamento, ma
anche le oggettive potenzialità dei
luoghi scenici (teatri, chiese, ville
storiche) presenti in modo consistente
nel territorio e, prima di tutto, la
sentita richiesta di musica di qualità,
facilmente verificabile quando si
constata di persona che il pubblico
accorre numeroso e partecipe alle non
troppo frequenti manifestazioni
musicali. Si è già iniziato, proponendo
ai bambini di alcune classi delle scuole
elementari di Borgo san Lorenzo
l’ascolto di opere capaci di catturare
la loro attenzione e la loro fantasia.
Vorremmo avere la possibilità di
continuare il percorso, portandoli a
settembre a vedere la Serva padrona
di Pergolesi, in un teatro che sembra
fatto per loro, facendoli assistere alle
prove, al momento del trucco,
introducendoli insomma ai segreti del
palcoscenico
Il progetto si è voluto chiamare,
significativamente, "ALL’OPERA!" perché
invita tutti al lavoro. Non vuole
cadere, cioè, nella falsa prospettiva,
per altro oggi economicamente poco
percorribile, di importare dal grande
circuito musicale prodotti, magari
ragguardevoli, ma che non lasciano
alcuna traccia, sia dal punto di vista
della produzione che della fruizione
degli spettacoli, non creando abitudini
e competenze. Tuttavia intende evitare
anche l’insidia del localismo, così
presente in luoghi, come il Mugello, che
hanno conservato un’identità forte e
spontanea, a cui si teme di rinunciare
con l’irruzione del nuovo.
E’ soprattutto un richiamo alla
tradizione creativa della cultura
toscana (culinaria in primis!!)
capace di esaltare la sapidità degli
ingredienti, la sapienza degli
accostamenti per creare una cucina parca
e saporosa, che tutto utilizza e
valorizza. Ci piace attingere alle
risorse dell’originalità operativa,
dell’attenzione, calibrando gli
obiettivi e ottimizzando quanto
suggeriscono storia, luoghi, risorse
umane disponibili.
Come non pensare per i teatri del
Mugello (anche per quello settecentesco
e di medie dimensioni degli Animosi a
Marradi) ad un’opera come Dido and
Aeneas composta nel 1689 da Purcell
proprio per essere eseguita in un
collegio femminile inglese, interamente
interpretata e messa in scena dalle
giovani studentesse, ad eccezione del
protagonista maschile? Opera semplice,
come l’avrebbe definita Britten, che
tanto l’amava, ma straordinario
unicum del teatro musicale inglese,
di cui rimane ancora oggi uno dei
vertici assoluti. Un capolavoro, eppure
un’opera evidentemente adatta alle
capacità interpretative delle, pur
raffinatissime, alunne di un collegio e
allo spazio scenico di un teatro
scolastico.
Proprio ad un’ idea come questa ha
pensato Silvia Mazzoni, forse memore
dell’esperienza vissuta nella scuola di
Musica di Fiesole alla fine degli anni
‘80 insieme ad un gruppo di giovanissimi
cantanti guidati dal M° Claudio Desderi,
che dettero vita all’allestimento della
trilogia mozartiana attraverso un lungo
e vitale apprendistato professionale.
Oggi mezzosoprano in carriera, nata e
residente in Mugello, ripropone la
costituzione di seminari e laboratori
teatrali, musicali, di arte scenica, di
macchineria tesi ad allestire una
produzione operistica stanziale in
Mugello, che scelga come punti di forza
i teatri esistenti e quelli a venire: un
nuovo Auditorium nei locali delle
Fornaci Chini a Borgo, un altro
progettato nella cava di pietra serena a
Firenzuola. Non basta: il territorio
offre scuole di Musica attivamente
operanti e scuole, come il Liceo
Scientifico "Giotto Ulivi", che
accolgono circa milleduecento studenti
provenienti da un comprensorio
vastissimo, che arriva dalla val di
Sieve al comune di Firenze. Proprio
questi studenti sono riusciti, nel corso
di un progetto condotto nel 2002-2003
dall’indirizzo Linguistico, a produrre
il programma di sala di un concerto
liederistico, eseguito poi dal vivo nei
locali della scuola, traducendo dal
tedesco e dal francese i testi dei brani
musicati da Schubert, Brahms, Debussy.
Questa realizzazione è un precedente
importante, che indica una priorità da
seguire nella produzione degli
spettacoli: attingere a serbatoi umani e
professionali inconsueti, coinvolgere
attivamente studenti, giovani artisti
sia nelle vesti di autori musicali o
librettisti, che in quelli di cantanti,
scenografi, macchinisti e in tutte le
attività che sono implicate
nell’allestimento di uno spettacolo,
tramite un lavoro di preparazione e
formazione propedeutico all’esecuzione
stessa. In questo modo è possibile
aiutare a sviluppare nei ragazzi e nel
pubblico in generale un atteggiamento
attento e consapevole di fronte allo
spettacolo, che viene apprezzato perché
innanzi tutto conosciuto e riconosciuto.
Ma le ambizioni non si fermano a
voler mettere in scena opere note del
repertorio internazionale, come La
serva Padrona o Dido and Aeneas:
si spingono anche a voler valorizzare la
creatività dei giovani musicisti
allestendo opere prime, inediti di
qualità dedicati soprattutto al pubblico
infantile, a quel pubblico, insomma che
ci piacerebbe portare per la prima volta
"all’opera".