GLI AMBIENTI DEL MARE DEL NORD

 

Il mare del nord è un mare marginale dell’oceano atlantico, della piattaforma continentale europea,  possiede una lunghezza di 970 km e una larghezza di 560 km, e si estende su una superficie di 570 000 km. Una parte considerevole dei bacini idrografici dei fiumi dell’unione europea convoglia le proprie acque verso questo mare.

 

Il mare del nord si collega con il resto dell’Atlantico attraverso il passo di Calais e il canale della Manica a sud, e attraverso il mare di Norvegia a nord. La profondità media del mare del nord è nell’ordine dei 100 m, con una profondità massima di 700 m, ci sono altre aree poco profonde in cui si possono toccare anche meno di 15 m.

 

 

 

Il mare del nord si trova sopra quello che era il punto di giunzione tra le placche tettoniche continentali nel primo periodo dell’era paleozoica. I movimenti delle faglie associati a questi fenomeni possono ancora oggi causare terremoti e piccoli tsunami. Le caratteristiche della costa sono però il risultato di movimenti glaciali, piuttosto che tettonici. I profondi fiordi sono l’espressione più comune delle coste settentrionali, mentre le coste meridionali sono costituite per lo più  da spiagge sabbiose e distese fangose. Queste aree pianeggianti sono particolarmente esposte al rischio di inondazioni, soprattutto a causa delle tempeste associate alle maree. Elaborati sistemi di dighe sono stati costruiti nel tempo per proteggere le zone costiere.

 

 

STORIA GEOLOGICA:

 

Il letto del mare del nord forma dei bacini. Il più settentrionale si trova a nord tra il crinale di Norfolk e la Frisia e ha avuto la sua origine nel devoniano. Il bacino meridionale si spinge verso lo stretto di Dover e verso il canale della Manica. Questo bacino risale al carbonifero. Nel corso della più recente glaciazione, gran parte del bacino settentrionale fu coperto dai ghiacci, e il resto, compreso il bacino meridionale, si ricoprì di tundra. Durante il periodo interglaciale si creò una diga naturale di gesso, il “wild-artois anticline”. Anche se la cresta probabilmente collassò, essa costituiva la parte più alta del ponte di terra, che collegò per un periodo  l’Europa continentale con la Gran Bretagna. Gli “storegga slides” furono una serie di frane sottomarine, a causa delle quali un pezzo della piattaforma continentale norvegese scivolò nel mare del nord. Le immense frane si verificarono tra il 8.150 a.C. e il 6.000 a.C e provocarono uno tsunami alto fino a 20 m che attraversò il mare del nord abbattendosi soprattutto sulla Scozia e sulle isole Faeroer.

 

TETTONICA A ZOLLE:

 

Il Mare del nord si trova sopra a quella che era la giunzione tra le placche tettoniche continentali risalenti all’inizio dell’era paleozoica. Successivamente, nel mesozoico, si formò una faglia con andamento nord-sud al centro del Mare del nord. Questa faglia che inizia dal canale alla Manica causa terremoti occasionali, che possono anche provocare danni alle strutture sulla terra ferma. Il terremoto che avvenne nello stretto di Dover nel 1850 è tra i primi terremoti storici registrati che provocarono danni sia in Francia che in Inghilterra, ad esso si associò anche un maremoto. Il più grande terremoto mai registrato nel Regno Unito avvenne nel 1931 al largo delle sue coste verso il Dogger Bank e misurò 6,1° sulla scala Richter esso provocò uno tsunami che inondò parti della costa britannica. 

Le tre placche continentali formate nel corso dell’era paleozoica sono l’Avalonia, la Laurentia e la Baltica. La placca baltica forma ora la costa orientale e s’affaccia verso i Paesi Scandinavi; l’ Avalonia consiste nella costa meridionale e occidentale del mare del nord lungo l’Inghilterra, il nord della Germania e la Francia; la Laurentia segna il perimetro settentrionale del mare del nord con l’oceano atlantico.

 

 

Lo sviluppo della civiltà europea è stato fortemente influenzato dal traffico marittimo nel Mare del nord. I romani prima e i vichinghi poi cercarono di estendere il loro dominio su tutti i territori bagnati da questo mare. Più tardi sia la Lega anseatica che i Paesi bassi hanno cercato di dominare il commercio marittimo e di utilizzare questo mare come ponte per accedere ai mercati del resto del mondo. Lo sviluppo della stessa Gran Bretagna  come potenza marittima dipendeva fortemente dalla sua posizione dominante all’interno del Mare del nord, dove si affacciavano alcune delle potenze sue rivali, in primo luogo i Paesi Bassi e la Germania ma anche le nazioni scandinave e in misura minore la Russia attraverso il vicino mar Baltico.

Le imprese commerciali, l’aumento della popolazione e la presenza di risorse limitate, sono tutti fattori che hanno portato le nazioni che si affacciavano sul mare del nord a desiderarne il controllo sia per interessi commerciali o militari o come collegamento indispensabile verso le colonie d’oltremare.

 

 

 

 

L’ importanza  di questo mare si è andata trasformando da militare a economica, le attività economiche tradizionali, quali la pesca e il trasporto marittimo, hanno continuato a crescere,  altre si sono aggiunte e sono state sviluppate, ad esempio le estrazioni di combustibili fossili e l’energia eolica.