INDICE:

Il nostro gruppo ha come obiettivo quello di ricostruire la storia della popolazioni mugellane che si sono succedute nel tempo. Abbiamo organizzato questa ricerca in due fasi:
1. lettura di testi
2. analisi di reperti archeologici.
Riguardo alla parte teorica abbiamo consultato i libri di Chini e Niccolai - testi a noi consigliati dalla coordinatrice di gruppo di lavoro (professoressa Lucilla Fagorzi) e da Gasparrini (addetto della Biblioteca Comunale di Borgo San Lorenzo) -. I due scrittori suddetti hanno redatto la storia del Mugello, non in maniera univoca, ma dando ognuno una propria interpretazione di essa, soprattutto per quanto concerne l'origine dei primi Mugellani (ad esempio Chini fa risalire l'abitazione del Mugello all'epoca post-diluviana, dando un'impostazione religiosa). L'analisi dei testi è stata condotta sia collettivamente che singolarmente e ci ha permesso di individuare la successione dell'invasione del Mugello, come emerge dal nostro resoconto. Abbiamo potuto accertare il passaggio e lo stanziamento nella vallata di popolazioni Liguri, Etrusche, Galliche e Longobarde.
La seconda fase di lavoro non è stata ancora ultimata, ma stiamo procedendo in questo senso. Per rendere testimonianza della verità di ciò che noi affermiamo e che abbiamo dedotto dalla lettura delle pubblicazioni, abbiamo deciso, su consiglio della professoressa Fagorzi, di rintracciare ed analizzare i reperti archeologici rinvenuti nella zona. Inizialmente abbiamo indirizzato il nostro interesse nella zona di Mucciano (una frazione fra i comuni di Borgo San Lorenzo e Vicchio di Mugello), ma non abbiamo ritrovato nulla che ci potesse servire per il nostro scopo. Abbiamo stabilito, dunque, di ingrandire il nostro raggio d'azione all'intero comprensorio Mugellano, riducendo, però, il periodo storico in cui ci muovevamo riguardo ai reperti, infatti, abbiamo indirizzato l'attenzione verso il periodo Etrusco. L'inizio di questa ricerca si è svolto in maniera analitica, studiando il libro di De Marinis (consigliatoci dalla nostra coordinatrice). Contiamo di giungere ad un risultato positivo entro breve termine.


STRATIFICAZIONI ETNICHE NEL MUGELLO A PARTIRE DALL'ANTICHITA'


Il Mugello è caratterizzato da una posizione geografica particolare, al confine fra Toscana ed Emilia Romagna, che durante i secoli lo ha portato a diventare un luogo di passaggio per le varie popolazioni che si sono succedute nell'espansioni e nelle migrazioni da un capo all'altro della penisola italiana. È difficile rintracciare i primi progenitori dei Mugellani, in quanto non è possibile ritrovare riscontri alle varie teorie proposte. Una di queste ipotesi, sostenuta da Niccolai nel capitolo VIII di "Mugello e Val di Sieve", afferma che l'area mugellana aveva subito un'invasione da parte di popolazioni ario-pelasgiche tirrene, e come conferma di questa sua tesi sono stati rinvenuti utensili (piromaca bionda), appartenenti alla seconda età della pietra, simili a quelli usati da tali gruppi etnici, sia in Mugello sia nell'Imolese.
Tra i primi abitatori del Mugello è annoverata una tribù ligure, i Ligures Magelli, si pensa che proprio dal nome di questo gruppo venga la denominazione Mugello. I Liguri erano giunti fino alla vallata seguendo la loro tendenza espansionistica, che li aveva portati, secondo lo storico romano Polibio, ad occupare la costa fino a Pisa e gli Appennini fino ad Arezzo, che trovò un freno con l'ascesa del popolo Etrusco.
Mentre la maggior parte della Toscana e la parte settentrionale del Lazio stavano diventando poco a poco territorio etrusco il nuovo popolo dalle radici misteriose si impegnò nella conquista del Mugello, l'occupazione dell'area non fu difficile, in quanto i Liguri non opposero una forte resistenza, nonostante alcune battaglie. Gli antichi abitanti del luogo si ritirarono sconfitti nei vicini Appennini, ma coloro che rimasero si amalgamarono bene con la popolazione. Durante la dominazione etrusca il Mugello fu posto sotto il dominio della lucumonia di Fiesole, all'epoca città molto importante tanto da vantare, appunto, una lucumonia propria; le lucumonie erano confederazioni di dodici città presiedute da un lucumone il cui simbolo del potere era il fascio littorio.
La dominazione etrusca entrò in crisi con l'avvento del popolo romano sullo scenario del Lazio e, poi, dell'intera Italia. I Romani iniziarono a minare le basi del dominio degli etruschi conquistando le loro roccaforti in Lazio e da lì cominciò l'espansione verso il Nord dell'Italia e successivamente dell'Europa, giungendo fino in Inghilterra. Nel loro processo espansivo i Romani giunsero anche in Mugello, dove trovarono una resistenza pressoché nulla. I Romani non apportarono una politica fortemente repressiva nei confronti del popolo sconfitto, difatti non si verificò un'eliminazione degli Etruschi, anzi essi divennero un modello per il popolo romano. Sotto la dominazione romana la vallata visse un periodo di pace e prosperità, non risentendo personalmente delle guerre condotte dal popolo egemone. L'unico conflitto che interessò da vicino la popolazione mugellana fu la Seconda Guerra Punica. Durante le fasi più buie del conflitto i Mugellani dovettero confrontarsi con l'arrivo di Annibale e con i suoi temibili elefanti; il condottiero cartaginese per raggiungere Roma partendo da Bologna passò molto probabilmente dalla vallata.
La fine della tranquillità che era tipica del Mugello finì con l'inizio delle invasioni barbariche che portarono alla fine dell'Impero Romano d'Occidente.
Il Mugello, proprio per la sua posizione di crocevia fra Nord e Sud della penisola, fu oggetto delle invasioni di vari popoli barbari. Uno di questi popoli furono i Galli Boi che si stabilirono nell'area.
Anche durante le successive Guerre gotiche, che vedevano contrapporsi i Goti contro i Bizantini, popolazioni che volevano, entrambe, ricoprire un ruolo egemonico in Italia, il Mugello entrò prepotentemente nella storia. In alcune cronache è riportato che i Goti si rifugiarono in Mugello, dove dettero battaglia ai Bizantini probabilmente nella località del comune di Scarperia detta "Crocioni", dove fino al secolo XIX venivano ritrovate armi medievali. A testimoniare la presenza di un accampamento militare romano, che dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente designava i Bizantini, è la denominazione di una località mugellana, Campo Romano, così come la presenza di popolazioni germaniche è comprovata da alcuni nomi di località tipicamente germanici, come Cafaggiolo.
I nomi delle località ci riferiscono anche della presenza in Mugello di stanziamenti longobardi, infatti la parte settentrionale della Toscana, compresa la nostra vallata, faceva parte del Regno Longobardo in Italia, e del successivo Regno dei Franchi, difatti Carlo Magno conquistò i territori di dominazione longobarda sottomettendoli al proprio dominio.
Si ritiene che, durante la dominazione araba in Sicilia e nell'Italia meridionale, ci siano state alcune penetrazioni arabe in Mugello, soprattutto attraverso le sporadiche razzie dei famosi saraceni.
In seguito a questi avvenimenti le invasioni successive non hanno avuto un carattere etnologico evidente, difatti il Mugello è stato oggetto di sporadiche occupazioni francesi durante le lotte per il possesso dell'egemonia in Italia fra la Francia e la Spagna nel XV e nel XVI secolo e durante la fase espansionista della Francia Rivoluzionaria negli anni '90 del XVIII secolo.
Il Mugello, grazie soprattutto alla sua posizione geografica, è stato attraversato da molti diversi popoli ed eserciti, che in alcuni casi decisero di fare della vallata la propria dimora.
I primi e più remoti abitatori del Mugello furono i Liguri (ne parlano sia Strabone che Dionigi d' Alicarnasso); si pensa infatti che popolazioni della Liguria siano scesce lungo la penisola, stanziandosi nei nostri territori; essi vengono appunto chiamati con il nome di Ligures Magelli.
Il dubbio che si pone il Niccolai nel capitolo VIII del suo libro "Mugello e Val di Sieve" è se in realtà i Liguri Magelli fossero stati preceduti da invasioni ario-pelasgiche tirrene. Il ritrovamento di utensili simili (piromaca bionda) risalenti alla seconda età della pietra, in Mugello e nell' Imolese farebbe infatti pensare questo.
Altri abitatori del Mugello sono stati gli Etruschi, che occuparono la vallata rendendola territorio della lucumonia di Fiesole. I Liguri Magelli furono costretti a ritirarsi nei vicini Appennini, ma nella maggior parte dei casi si integrarono con questa nuova popolazione. La dominazione etrusca terminò con l'attivo dei Romani, che nel loro processo di espansione arrivarono in Toscana, spingendosi poi nel nord Italia e come tutti sanno, arrivarono, nei secoli successivi, a conquistare anche gran parte dell'Europa. Quello sotto il dominio romano fu un periodo di pace e stabilità per il popolo mugellano. L'unica guerra che minacciò la tranquillità degli abitanti del comprensorio mugellano fu la Seconda Guerra Punica. Molti storici parlano infatti del passaggio di Annibale, durante il suo viaggio per Roma (si pensa infatti che la strada più probabile per congiungere Bologna a Roma) attraverso il Mugello.
Pur non essendo chiara la definizione della strada percorsa dal grande condottiero cartaginese è certo che egli attraversò i nostri territori.
L'esercito africano non fu l'unico che turbò la pace della vallata, durante le invasioni barbariche i Galli Boi si spinsero fino al Mugello, occupandolo.
Durante il '700 d.C. il Mugello fu al centro di migrazioni dal nord Italia, i motivi di questi movimenti non sono stati chiariti con sicurezza , ma le traccie sono certe: nomi come… diffusi nel Mugello sono sicuramente di origine longobarda.



TRACCE E RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI IN MUGELLO


Il Mugello non è tanto noto archeologicamente, anche se sappiamo che è alquanto facile osservare "fatti insediativi" di vario genere durante tutta la storia della nostra vallata. Il fatto che il Mugello sia sempre stato abitato ha causato una cancellazione graduale delle epoche precedenti (via via che le civiltà si succedevano), inoltre in Mugello non è mai stata fatta un'esplorazione archeologica sistematica del territorio; si deve infatti agli appassionati gruppi archeologici, che si sono costituiti in quasi tutti i comuni mugellani, l'intero lavoro di scavo, di catalogazione dei reperti e di pubblicazione di libri a riguardo che hanno reso possibile anche il nostro studio. Un altro fattore che rende complicata una ricerca più organizzata è la difficile collocazione dei siti più interessanti, che spesso sono nascosti nei boschi o comunque in territori difficilmente raggiungibili.

I reperti sotto indicati, risalenti ad epoche diverse e ritrovati in tutta la zona del Mugello, sono stati scelti nell'intento di fare un breve excursus della storia mugellana, integrando il testo anche con immagini che speriamo risultino interessanti.

PALEOLITICO:

GRICIGNANO (com. Barberino di Mugello).

Questi ritrovamenti sono il frutto di ricerche di superficie effettuate agli inizi del '900 che sono proseguite fino ad oggi, anche se in modo sporadico e saltuario (sempre dai gruppi archeologici). I reperti qui presentati sono probabilmente riconducibili al Paleolitico inferiore, anche se il ristretto numero dei pezzi spinge ad una certa prudenza nell'attribuzione cronologica.

1 Grattatoio frontale carenato subrettilineo sinuoso a lavorazione abbastanza sommaria. E' su lista di diaspro e la frattura della lista assume una forma diedra sulla faccia ventrale. Mm. 41-27-17.

2 Raschiatoio lungo a ritocco profondo diretto subrettilineo destro. Apice rotto. Mm. (45)-22-7.

3Raschiatoio latero-trasversale nucleiforme a ritocco profondo diretto composto con profondo alterno. L'orientamento è convenzionale in quanto lo strumento è su tavoletta. Resta l'incertezza che si tratti di un nucleo a distacchi sommari. Mm. 62-43-26.

 

NEOLITICO:

POGGIO DI CASTELLONCHIO, Colognole (com. Pontassieve)

Questi reperti sono stati raccolti e catalogati dalla Sovrintendenza archeologica per la Toscana.

Gli scavi sono iniziati nel 1979 e continuano ancor oggi.

Questi frammenti di ceramica appartengono al livello inferiore dei cinque studiati fino ad ora sul poggio di Castellonchio, composto da terreno argilloso annerito da carboni disciolti, spesso circa 15 cm. Sono presenti i resti di un focolare composto da frammenti non ricostruibili, probabilmente risalenti al Neolitico.

1. Piccolo frammento di ceramica grezza, sommariamente lisciata in superficie, di colore grigiastro pertinente probabilmente ad una forma carenata.

Larghezza cm. 24; spessore. Mm. 7.

2. Frammento di colore rossiccio ad andamento convesso.

Larghezza cm. 4; spessore mm. 10.

3.Frammento di colore avana-rossastro ad andamento convesso.

Larghezza cm. 3,1; spessore mm. 7.

ETA' DEL RAME:

La presenza umana durante l'Eneolitico è testimoniata da una gran quantità di cuspidi di freccia, da una discreta serie di asce e di piccole accette di pietra levigata affini ad altri reperti trovati in Italia che risalgono allo stesso periodo. Non è facile tuttavia poter dichiarare con esattezza da quale di queste diverse civiltà sia stata influenzata quella mugellana.

Non sappiamo niente della produzione vascolare di questo periodo, per riuscire a capire a che tipo di tecnica s'ispirava la produzione mugellana è necessario basarsi su ritrovamenti fatti nei dintorni di Fiesole che richiamano alle produzioni delle stazioni versiliesi e della pianura padana.

RONTA (com. di Borgo S. Lorenzo)

Punta di freccia in selce rossa scura. Margini pressochè rettilinei, spalle leggermente concave e peduncolo a lati convergenti con base troncata. Ritocco coprente, bifacciale, ripreso lungo i margini da un ritocco secondario marginale.


Lunghezza mm. 59; larghezza mm.19; spessore mm. 4.

RONCOPIANO (Com. Firenzuola)

Punta di freccia in selce grigia con nervature brune del tipo a peduncolo e spalle. Margini rettilinei, spalle rettilinee e peduncolo a lati convergenti e base arrotondata. Ritocco coprente, bifacciale, lungo i margini da un ritocco secondario, minuto.

 

Lunghezza mm. 51; larghezza alle spalle mm. 18; spessore mm. 7.

ALTOMENA (Pelago)

Punta di freccia in selce maestra del tipo a peduncolo e spalle. Margini concavi, spalle leggermente convesse, peduncolo a lati convergenti, base frammentaria. Ritocco coprente, bifacciale.

Lunghezza mm. 26; larghezza mm. 18; spessore mm. 5.

PERIODO ETRUSCO:

Stele di tipo fiesolano rinvenuta nella zona di Frascole in un campo nel 1959.

Si tratta di un monumento funerario (la raffigurazione, pure lontana da ogni intenzione ritrattistica, sta in relazione con la personalità del defunto), riferibile alla fine del VI secolo a.C., prodotto dalla scuola di scultura arcaica etrusca detta fiesolana in quanto tutte le opere di questa scuola sono state ritrovate in un area che ha come centro Fiesole.

La stele è pressochè integra (le piccole lacune in alto a destra sono dovute ad una venatura della pietra). Ha la forma di un rettangolo leggermente rastremato coronato da un antemio; una zeppa sporgente inferiormente era destinata ad assicurare l'incastro di una base.

Solo la faccia anteriore è decorata a bassorilievo e presenta un pannello rettangolare contornato da un "toro" e, su tre lati da una corta strigilatura, entro una larga cornice piatta, Il campo figurato è occupato da una figura virile barbuta, incedente verso sinistra che regge con la mano sinistra un lungo scettro ricurvo (lituus) che sta ad indicare il carattere sacerdotale del personaggio raffigurato.

Il coronamento è costituito da una palmetta a sette petali impostata su una coppia di S orizzontali contrapposte.

L'ampia superficie della cornice di base è animata da un piccolo elemento decorativo: un bocciolo di loto pendente da due volute.

SOTTO IL DOMINIO ROMANO:

Il Mugello ha fatto parte a lungo dell'impero romano, com'è manifestato de innumerevoli tracce.

Sotto sono mostrate delle monete di epoca imperiale trovate nei dintorni di Dicomano, diverse per materiali ed età . Nelle brevi descrizioni che seguono sono riportate le iscrizioni (quando decifrate) delle due facce delle monete e delucidazioni sulle immagini coniate.

 

Denaro di Caracalla

R/ANTONINUS   PIUS  AUG

Busto imberbe laureato dell'imperatore, drappeggiato a destra, contorno perlinato.

V/PONTIF    TR    P   VIII   COSII

Salus seduta in trono, a sinistra che nutre il serpente avvolto ad un'oca. Contorno perlinato.

ARGENTO, 205 d.C.

 

Diametro massimo mm.19

Sesterzio di Alessandro Severo

R/IMP   SEV   ALEXANDER  AUG

Testa laureata dell'imperatore, a destra. Contorno perlinato.

V/VICTORIA   AUGUSTI  SC

Vittoria stante che scrive su uno scudo poggiato ad un tronco di palma, a destra il piede sinistro su un elmo. Contorno perlinato.

BRONZO. 230 d.C.

Diametro massimo mm. 30.

Medio bronzo

R/ Tracce di iscrizioni sul bordo, illeggibili.

Testa laureata (tracce del nastro dietro la nuca) a destra.

V/ Illeggibile.

Convessità inintelligibile

Età imperiale (?)

Diametro massimo mm. 26

Via via che ci si avvicina alla nostra epoca, anche se solo di pochi anni, i reperti aumentano ed è possibile offrire un migliore spaccato della vita e del costume delle antiche popolazioni. Dal I, II sec. d.C., non solo abbiamo monete, ma coloro che hanno lavorato agli scavi sono riusciti a ricostruire molti oggetti, in special modo vasi ed altri oggetti di uso comune.

Quella presentata qui sotto è una LUCERNA del tipo "Firmalampe", ricomposta da 25 frammenti e integrata nelle lacune: mancano infatti il becco e parte della spalla.

L'intero corpo (a tronco di cono rovescio) è costituito da un disco piano con piccolo foro centrale, canale aperto. Sulla spalla, lievemente convessa sono presenti tre listelli a rilievo, in posizione simmetrica.

ARGILLA beige-rosato con minute incisioni, non rifinita.

Terzo quarto del II sec. d.C.

 

Altezza minima mm.35; lunghezza mm. 97; larghezza mm. 95.