C’E’ STRANIERO E STRANIERO

 

Perché si emarginano alcune etnie e altre no? Perché si discriminano certe religioni e certe culture e altre no?

Qualche sterile giustificazione si trova: è sin troppo facile incolpare “l'altro” di ciò ce non va nella propria società, ma il problema dell’accettazione del diverso è sempre lì, molesto, inopportuno, irrisolto.

Guardiamoci attorno, quanti stereotipi: albanese straniero pericoloso, marocchino lavoratore svogliato e sporco, nigeriana prostituta. Questi sono ipiù diffusi e i meno cruenti  Queste discriminazioni negative non interessano tutti gli stranieri, ma prevalentemente quelli provenienti dall'Est europeo e dal Nord Africa, persone che hanno alle spalle situazioni di disagio e vanno incontro a serie difficoltà d’inserimento nella nostra società. Dopo uno sbarco avventuroso, la ricerca della casa e del lavoro, e poi? L’inserimento e l’integrazione non sono assicurati, un muro di ostilità ingiustificabile renderà questi obiettivi difficilmente raggiungibili.

E qui si possono individuare gli estremi di una contraddizione: da una parte si condanna la mancata integrazione degli immigrati, dall’altra ci chiudiamo sopraffatti dalla diffidenza e ciò crea problemi ad ospiti e ad ospitati.

Questo non succede con gli stranieri di origine nordeuropea o nordamericana, nei confronti dei quali si nutrono sentimenti di ammirazione che spesso rasentano la sudditanza. Questione di oggettivo prestigio culturale degli USA e Paesi nordici? Forse. Ma quest'atteggiamento è tanto inopportuno quanto quello discriminatorio nei confronti delle etnie meno prestigiose. Generalizzando si perde di vista la realtà, non si riesce a conoscerla profondamente e quindi non la si può giudicare. E allora, non appare evidente l’infondatezza di ogni discriminazione?