a cura di e con: Sofia Pagano e Giampaolo Samà.
Era forse tutto alloro e chiesa
il nostro Sommo Poeta?Qualche amico di gioventù gli rimprovera
taverna e lussuria: come si equilibrò
sulla corda tesa della politica?E Beatrice? "tanto gentile" ci sorride,
con un'impeccabile aureola,
come dalla copertina di una rivista sulla quale non appariremo mai:
sarà bastato a Dante il suo candore
affinché fosse felice? Ebbe Dante, come Ulisse,
sete di "divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore"?… Salpiamo anche noi, "sol con un legno",
alla ricerca di facili leggende di vita
e leggendari momenti di poesia.
Attraverso il registro
satirico e comico lo spettacolo approfondisce le vicissitudini storiche e le
cronache mondane legate ai canti più noti dell'Inferno. Bizzarri personaggi
irrompono in scena e ci presentano uno spaccato dei singolari usi e costumi
dell'epoca. Il contenuto poetico dell'opera non ne risulta sminuito ma,
approfondito dalle vicende umane, ritorna in tutta la sua attualità. Una vena
dissacratoria sottolinea l'anacronismo di certe interpretazioni critiche che
vogliono Dante innamorato delle donne solo in virtù della loro capacità di
elevarsi a "simboli", ad esempio della filosofia, della teologia…. Eppure il
Boccaccio scrive, in un suo "Trattatello" a proposito di Dante: "Tra cotanta
virtù, tra cotanta scienza, trovò ampissimo luogo la lussuria". Lo spettacolo,
inoltre, offre allo spettatore una prospettiva sulla "Commedia" dell'Alighieri
tesa ad evidenziare il filo rosso che legherebbe l'opera magistrale agli
sperimentalismi danteschi nel genere comico-realistico (vedi la "Tenzone" con
Forese Donati e, crediamo, "Il Fiore").
Durata dello spettacolo: 1 h. e 15 min. circa
· Letture dai Canti: I, V, XXXIII e XXVI.
· Fonti bibliografiche: Dante e il Suo Secolo, di
Indro Montanelli; Saggi Danteschi,
di Jorge Luis Borges; L'Inferno di Dante,
di Vittorio Sermonti; Trattatello in
laude di Dante, di Giovanni Boccaccio