Il progetto triennale Peer Education conosce il suo avvio nel febbraio 2001
con un incontro nazionale a Roma di tutte le province e le scuole interessate
all’iniziativa. Nella provincia di Firenze aderiscono cinque scuole superiori,
in numero quindi maggiore di quello normalmente previsto per provincia (3),
le quali, anche su suggerimento della coordinatrice nazionale Dott.ssa Giovanna
Boda, decidono di coordinarsi tra loro e di ripartirsi i fondi stanziati allo
scopo dal Ministero, senza ridurre le adesioni.
Tali scuole sono dislocate in modo da essere rappresentative di situazioni territoriali
e sociali diverse: due sono situate nella città di Firenze (l’Istituto
Professionale Sassetti e il Liceo Scientifico Castelnuovo) e tre nei punti periferici
della provincia (Liceo Scientifico G. Ulivi di Borgo S. Lorenzo, Istituto d’Istruzione
Superiore G. Vasari di Figline e Istituto Professionale A. Checchi di Fucecchio).
Il Responsabile provinciale è il Prof. Lauro Seriacopi e la scuola capofila
la Sassetti con il coordinatore provinciale Prof. Massimo Barbieri.
Ogni scuola si organizza per individuare al suo interno due classi su cui applicare
la sperimentazione (due seconde classi) e scegliere i due insegnanti tutor per
classe come pure i due alunni peer educator. Per costoro il Ministero provvede
a organizzare un corso di formazione, articolato per provincia, in modo da assicurare
l’efficacia del progetto.
Tale corso, consistente in due giornate formative, viene effettuato nel mese
di aprile e maggio 2001 con personale del Ministero e dell’Università
di Firenze: quest’ultima assiste la sperimentazione e fornisce periodicamente
questionari dettagliati agli alunni delle classi coinvolte per testare la situazione
comportamentale e motivazionale nelle varie fasi del progetto.
Ben presto comunque si manifesta l’esigenza da parte delle scuole di rapportarsi
più strettamente tra loro per darsi reciproco aiuto e per confrontarsi
sulle esperienze in atto; si decide quindi di ritrovarsi periodicamente sia
per continuare a livello provinciale la formazione dei peer educator, sia per
programmare iniziative comuni.
Purtroppo però alla fine del 2001 il Liceo Castelnuovo di Firenze si
ritira dal progetto per carenza di personale docente disponibile a seguire la
sperimentazione: le altre scuole tuttavia proseguono nel loro impegno, tendente
a coinvolgere sempre più gli alunni in un ruolo attivo nel loro processo
educativo.
Si svolgono pertanto con l’aiuto del personale ASL due incontri provinciali
nei primi mesi del 2002 sui temi della comunicazione verbale e della comunicazione
non verbale, temi suggeriti dalla difficoltà degli alunni a rapportarsi
reciprocamente e a comunicare la loro esperienza di peer educator ai compagni.
A conclusione dell’anno scolastico 2001/2002 si verifica la defezione
anche della scuola Sassetti di Firenze per ragioni analoghe a quelle del Castelnuovo.
Pertanto la scuola capofila viene identificata nell’Istituto Vasari di
Figline e il Prof. Giuseppe Bettenzoli assolve il ruolo di coordinatore provinciale.
Una svolta significativa del progetto peer education si ha nell’ottobre
2002, quando si effettua a Fuscaldo (CS) un seminario nazionale per rilanciare
l’iniziativa su un argomento specifico, cioè la prevenzione all’uso
di sostanze psico-attive. Viene quindi elaborato un programma operativo specifico
per la provincia di Firenze, finalizzato alla sensibilizzazione al problema
all’interno della scuola e alla produzione di materiale informativo e
formativo rivolto a tutti gli alunni.
Proprio per procedere in modo coordinato in questo programma, si continuano
gli incontri tra le scuole a cadenza bimestrale (a dicembre presso il Vasari,
a febbraio presso Liceo G. Ulivi e ad aprile presso il Vasari), come utile mezzo
di confronto sulle difficoltà di realizzazione, ma anche sui problemi
del disagio giovanile.
I lavori che ne sono scaturiti sono quindi da considerarsi come il risultato
di un impegno unitario, coordinato tra le tre scuole, e il loro valore non si
misura solo sul grado di coinvolgimento degli alunni all’interno delle
singole scuole, ma si estende anche a questo rapporto di rete tra scuole territorialmente
lontane, unite insieme nell’obiettivo di un diverso approccio educativo
e di una più incisiva azione didattica. Per questo desideriamo che l’esperienza
acquisita non vada dispersa, ma possa continuare anche nel presente anno scolastico
su altre problematiche giovanili in un clima di rinnovata collaborazione.