Competenze e Istituzioni Formative
Una realtà non ancora definita

A cura di Fabio Rossi
IDI Informatica – Firenze

Il termine competenze oggi è al centro di una profonda analisi conoscitiva, analizzare le competenze, certificare le competenze, attività che non possono prescindere dalla comprensione della vera essenza e utilità delle competenze stesse.
Per prima cosa cerchiamo di definire il termine “competenze”:
Il Dizionario della lingua italiana Devoto-Oli ci riporta forse la definizione più chiara e precisa di cosa siano le competenze in effetti:
Piena capacità di orientarsi in determinate questioni.
Difatti la competenza è la capacità di orientarsi ad uno scopo.
“La competenza non risiede nelle risorse (conoscenze, capacità) da mobilitare ma nella mobilizzazione stessa di queste risorse. … La competenza consiste nel mobilitare saperi che si sono saputi selezionare, integrare e combinare” (in un contesto e per un obiettivo specifico)”.
Questa definizione, di Guy Le Boterf (1995), noto pedagogista francese, è probabilmente la più nota e diffusa, senza dubbio una delle più esaurienti. La competenza non è un fine da raggiungere, ma bensì il mezzo di cui ci appropriamo per giungere ad un obiettivo. Mobilitare saperi significa aver sviluppato per prima cosa capacità di orientamento, integrazione e combinazione dei saperi stessi.

Per la prima volta ci troviamo davanti un cambiamento delle competenze non più intergenerazionale, ma bensì intragenerazionale. Non potendo ignorare questo fatto le agenzie educative e formative non possono prescindere da una attenta modellazione dei propri corsi in base ad esigenze di flessibilità e continuità.
Nel creare dispositivi formativi quindi che vogliano essere al passo con esse occorre tenere d’occhio tre linee guida ben precise, avere ben chiaro cosa ci viene richiesto per formare alle competenze:
1. Continuità
Sappiamo bene che nel momento in cui lavoriamo ad un processo formativo maggiore sarà la disomogeneità dell’insegnamento, la discontinuità degli argomenti, e maggiore sarà la difficoltà di attuazione.
2. Essenzialità
Ci troviamo davanti ad un duplice senso del termine essenzialità.
- Essenziale significa in prima istanza “Centrale, ai minimi termini, fondante”. Una competenza deve per forza di cose essere costituita dalle modalità operative più semplici ed efficaci che siamo in grado di concepire.
- Essenziale significa anche “fondamentale”. Le competenze sono fondamentali per raggiungere un obbiettivo prefissato.
3. Trasversalità
Le competenze hanno una connotazione trasversale. E’ forse errato parlare in modo concreto di competenze specialistiche. Saper contare fino a 100 serve solo in applicazioni matematiche? Saper leggere serve solo per applicazioni linguistiche?
Resta quindi il fatto che secondo queste definizioni il SAPER LEGGERE non è una competenza. SAPER LEGGERE ALLO SCOPO DI ORIENTARSI invece si.
Nei vari ambiti della Formazione Professionale si evidenziano tre modelli di definizione e classificazione:
- Capacità: Insieme delle conoscenze, dei comportamenti, e degli atteggiamenti, acquisiti sia in processi d’apprendimento mirati, sia nell’esperienze pratica. Le capacità rappresentano il potenziale di una persona.
- Competenze: Combinazione, interazione delle capacità che vengono mobilitate per soddisfare determinate esigenze o per effettuare determinati compiti o mansioni.
- Qualifiche: Gruppi di competenze che vengono riconosciute da una autorità esterna.

Eccoci davanti a una definizione schematica e funzionale di quello che dovremmo tenere in considerazione quando progettiamo un corso.
Un Potenziale, che ogni studente possiede e che deve essere preso in considerazione. A questo scopo può essere utile un test di valutazione iniziale delle capacità possedute.
Un Progresso, visto come il raggiungimento di un dato obbiettivo, e l’acquisizione delle competenze necessarie a raggiungerlo.
Una Certificazione, ovvero l’attestazione delle competenze raggiunte attraverso un organo di verifica con dei parametri di valutazione ben strutturato.

Se volessimo individuare gli elementi che vanno a costituire le competenze potremmo elencare:
Attitudini (saper essere)
Conoscenze (saperi dichiarativi: sapere)
Capacità procedurali: (capacità generali cognitive, comunicative e sociali, per saper agire in situazioni complesse -> saper fare)

Le competenze necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro sono di seguito classificate come:

- sapere - competenze professionali
- saper fare - competenze metodologiche
- saper essere - competenze sociali


Vi è ormai consenso attorno al fatto che la competenza, poiché si manifesta nell’articolazione di varie capacità e risorse dei soggetti, si costruisce in tutti gli ambiti della vita, siano essi privati, professionali o formativi espliciti. Essa deriva infatti dalle molteplici esperienze che ognuno ed ognuna incontra e con le quali interagisce.
La costruzione di competenza è possibile, a scuola ma anche nel mondo del lavoro, attraverso la messa in atto di situazioni progettuali, all’interno delle quali i soggetti possano mobilizzare tutte le proprie risorse.
Sul come favorire l’acquisizione di competenze da un contesto all’altro ci si interroga sia in ambito formativo scolastico, sia negli ambiti che hanno a che fare con la riqualifica o il reinserimento professionale dei soggetti.
Difatti se nell’applicazione ha luogo una semplice riutilizzazione delle conoscenze e competenze acquisite in contesti simili, in questo caso deve esserci una situazione corrispondente ad un “problem solving”. Ovvero gli individui devono fronteggiare un nuovo contesto per il quale non dispongono subito di una soluzione, contesto che esige una mobilizzazione delle conoscenze precedenti e la rappresentazione sistematica del problema in vista della sua risoluzione.

Sul come valutare le competenze si dibatte poi da molto, nei diversi ambiti educativi, formativi e professionali. Di fatto, poiché la competenza esprime la combinazione di una complessità di elementi, la stessa complessità pone dei limiti alla codificazione precisa degli elementi in gioco e della loro “qualità”. Peraltro, così come per l’identificazione delle competenze anche la valutazione delle stesse può partire solo da esperienze pratiche, agite.
In questo ambito possiamo inserire la nascita di una serie di enti di certificazione preposti a questo scopo: Literacy e Numeracy.
ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) sta avviando una sperimentazione per la certificazione delle competenze in ambito linguistico-matematico basate su delle scale internazionali oramai consolidate:

Competenze linguistiche.
Per la lingua italiana: scala IALS (International Adult Literacy Survey ). Tale scala è nata dalla ricerca IALS sulla competenza alfabetica funzionale che ha prodotto tre diverse tipologie di prove (Prose, Document, Quantitative) a cui corrispondono tre scale di misura, ognuna delle quali è divisa in 5 livelli di difficoltà. Si è voluto con questo valutare il letteratismo in relazione agli aspetti della comprensione ed utilizzo di informazioni contenute in testi narrativi (Prose) come ad esempio articoli di giornale, racconti, testi espositivi; della comprensione e produzione di informazioni contenute in documenti di tipo schematico (Document) come formulari, tabelle e grafici; della capacità di calcolo (Quantitative) chiedendo ad esempio la risoluzione di problemi quantitativi e lo svolgimento di operazioni aritmetiche.

Scala di valutazione competenze Lingua Italiana IALS-SIALSCertificate da Literacy
Testi in prosa Documenti
Livello 2 Gli esercizi di questo livello tendono a richiedere al lettore di localizzare uno o più informazioni contenute nel testo. Vi sono alcune informazioni non facilmente individuabili, mentre altre sono facilmente reperibili. Può essere richiesto allo studente di integrare due o più informazioni, di compararle o di trovarne di contrastanti Gli esercizi sui moduli e sui documenti di questo livello tendono ad una certa varietà. Sebbene esistano semplici associazioni tra campi da completare e dati esistono un maggior numero di informazioni che possono distrarre, ed occorre un minimo ragionamento per il completamento del modulo

Competenze matematiche.
La scala ALLS nasce dalla ricerca internazionale Adult Literacy Lifeskills Survey (Indagine sul letteratismo e le abilità per la vita della popolazione adulta). E’ attualmente in fase di svolgimento ed è stata realizzata sulla scia della indagine IALS. Si ricorda che le competenze matematiche sono state misurate anche nell’indagine IALS con la relativa Quantitative Literacy Scale, sostituita invece nella ALLS dalla Numeracy Scale, la quale contiene in sé una concezione più ampia di competenza numerica. Questa scala infatti non intende misurare conoscenze curriculari e formali di tipo matematico, piuttosto la capacità informale di governare e risolvere richieste matematiche provenienti dalle diverse situazioni della vita quotidiana che coinvolgono numeri, misure, forme, dimensioni, relazioni, probabilità anche sottoforma di grafici, tabelle, diagrammi e mappe.

Scala di valutazione competenze Matematiche funzionali ALLCertificate da Numeracy
Livello 3 Gli esercizi matematici di questo livello normalmente richiedono l’uso di semplici operazioni singole. Comunque esse risultano piuttosto varie, compaiono alcune moltiplicazioni ed alcune divisioni (considerate più complesse di addizione e sottrazione). A volte occorrono due o più numeri per essere in grado di risolvere il quesito, e i numeri sono inseriti in contesti di maggiore complessità. Si utilizzano termini precisi come “quanti?” o “calcolate la differenza”, ma spesso occorre anche la capacità dello studente di saper riconoscere da solo l’operazione appropriata

Competenze lingue straniere.
Per la lingua straniera: scala ALTE (Association of Language Testers in Europe). La ALTE è una associazione internazionale che raduna alcuni tra gli enti più importanti certificatori di competenze linguistiche all’interno della Unione Europea.
Per la lingua inglese, l’ente certificatore ALTE è l’Università di Cambridge e, nello specifico, il dipartimento UCLES (University of Cambridge Local Examinations Syndicate), divisione EFL (Examinations in English as a Foreign Language). Al livello 2 ALTE corrisponde l’esame PET (Preliminary English Test) il quale è articolato nelle quattro prove di lettura, di scrittura, di ascolto e di conversazione da svolgersi in un limite di tempo predefinito per lo più attraverso prove strutturate. L’esame ha esito positivo se si raggiunge almeno il 70% del voto totale.
Si tenga presente, anche eventualmente in riferimento all’introduzione nei moduli aggiuntivi di altre lingue diverse dall’inglese, che i livelli ALTE si rifanno, seppur con denominazioni diverse, alla scala del Quadro comune europeo di riferimento prodotto dal Consiglio d’Europa e valido per ogni lingua comunitaria. Il livello ALTE 2 corrisponde al livello B1 del Quadro comune europeo.

Scala di valutazione competenze Lingua straniera ALTE
Livello 2 Lo studente è in grado di esprimere opinioni astratte e di cultura generale con una quantità piuttosto limitata di variazioni, e di offrire pareri su un argomento a lui noto. E’ inoltre in grado di comprendere delle istruzioni e degli annunci pubblici Lo studente è in grado di comprendere informazioni di vario genere e gli articoli giornalistici. E’ inoltre in grado di comprendere il senso generale di significati che non fanno parte di concetti a lui familiari Lo studente è in grado di scrivere lettere o prendere appunti su materiale familiare e argomenti noti

Tralasciando una sistematica esposizione di tutti i livelli delle scale, questi rappresentano quelli che vengono richiesti nei corsi sperimentali per apprendisti minorenni in obbligo formativo. Come possiamo vedere tutte queste competenze e tipi di prove rappresentano un saper fare volto ad un fine preciso: la comprensione di un brano scritto, la capacità di compilare un modulo prestampato, reperire informazioni per creare un curriculum ecc..
E’ fondamentale la nascita di enti in grado di certificare queste competenze.
Literacy certifica le competenze in lingua.
Numeracy quelle in campo matematico funzionale.
Non resta che attendere la pubblica disponibilità delle prove pratiche create allo scopo di certificare queste competenze, per poi avere la possibilità di fruttarle in ogni ambito di insegnamento che coinvolga capacità linguistiche e matematiche.