Cacao, profitto e giustizia. Un articolo di due studenti del “Giotto Ulivi” 
pubblicato sull'ultimo numero de Il Filo

 
 

CIOCCOLATO, UN MISTERO DA SVELARE…

Fin dal primo incontro ci è stato spiegato che “AL PRIMO POSTO LA GIUSTIZIA E NON IL PROFITTO COME FANNO MOLTE MULTINAZIONALI” è su questo principio che si basano i negozi equosolidali come per esempio: La Escalera.

In seguito a queste lezioni abbiamo capito che dietro alla produzione del cacao si nascondano tanti misteri.

cacaoLiceo

Il cacao inizialmente noi lo troviamo come un prodotto finito, in realtà dietro abbiamo una lunga e complessa lavorazione. Tutto parte da un albero che produce frutti particolari attaccati direttamente al tronco, da qui i frutti vengono aperti e si estraggono i chicchi; successivamente vengono lasciati essiccare e, dopo una lavorazione, si ottiene la pasta di cacao che a sua volta si divide in polvere e burro, i quali vengono ri-uniti durante il concaggio. Successivamente il cioccolato viene fuso, viene versato nelle forme e vengono sbattute per mandare via le bolle d’aria; poi alla fine confezionato e venduto.

Durante le lezioni abbiamo imparato a riconoscere la qualità del cioccolato seguendo più fasi:

-Leggere l’etichetta e maggiore è la quantità di cacao più è buono di qualità.

-Spezzare il pezzo di cioccolato più rumore fa, maggiore è la qualità.

-Guardare se il punto del taglio del cioccolato è liscio.

-Lo si annusa e si cerca di sentire tutti gli ingredienti.

-Si  mette in bocca, lo si fa sciogliere, in questo modo possiamo capire se ci sono dei difetti (collosità, farinosità, granulosità).

MA E’ DAVVERO QUESTO CHE CI INTERESSA DEL CIOCCOLATO?

I maggior produttori di cacao sono: Costa d’Avorio, Ghana e Africa Occidentale.

A prima vista si direbbe che sono paesi ricchi, ma ci sbagliamo perché dietro a questi paesi c’è una situazione di sfruttamento; 230.000 bambini lavorano in queste produzioni, quindi si tratta di vero e proprio sfruttamento minorile. Questo problema è venuto fuori nel 2000 e sono state fatte molte campagne per sensibilizzare verso questo problema e sono stati girati anche dei video riguardanti la situazione.

Siamo stati invitati a vedere  un video che si intitola: “The dark side of chocolate”, (si trova liberamente su YouTube ed il giornalista autore dell’inchiesta si chiama Miki Mistrati) nel quale, inizialmente, viene mostrato un protocollo chiamato HARKING ENGEL: fu elaborato nel 2001 e i maggiori produttori di cacao hanno messo la firma per dire no allo sfruttamento minorile, entrò in atto dal 2008.

Come si può vedere in questo video, questo protocollo non è mai stato rispettato e tutt’ora persiste una grave situazione di sfruttamento.

Cosa possiamo fare per diminuire lo sfruttamento?

-Andare ad acquistare prodotti nei negozi equosolidali o nei supermercati che hanno questo tipo di prodotto poiché utilizzano il metodo della filiera corta.

-Sperare che aumenti l’utilizzo del commercio equo nel mondo.

La Escalera di Borgo San Lorenzo

La Escalera di Borgo San Lorenzo

Quando siamo andati all’Escalera, dalla signora Paola Chelazzi, ci sono state spiegate varie cose che, soprattutto due, ci hanno colpito molto; ovvero l’utilizzo\realizzazione del microcredito: si basa sul prestito di denaro a persone che non riescano ad accedere ai prestiti delle banche perché non possiedono niente da offrire come garanzia; oltre a prestare, il microcredito, denaro prevede che un ente esterno vada con queste persone ad assicurarsi che facciano buon uso del prestito; nel 98% dei casi c’è il rientro del denaro prestato.

L’altro argomento di cui ci ha parlato Paola riguarda la selezione delle donne tessitrici in Burkina Faso e nel 2004 è iniziato un progetto (chiamato ColorAfrica), che riguarda un gruppo di 56 donne, che si divideva in due fasi e grazie a questo progetto le donne nel Burkina Faso sono state aiutate; adesso il progetto è in fase di conclusione perché gli obbiettivi prefissati sono stati raggiunti e realizzati.

Le nostre conclusioni su questo progetto sono che ognuno può dare un aiuto per eliminare lo sfruttamento, aumentando il commercio equosolidale e diffondere la notizia a più persone possibile.

 

Thomas Venturini

Ambra Tagliaferri

(2^ commerciale 1- IIS “Giotto Ulivi di Borgo san Lorenzo”)