giovedì 29 gennaio 2015 in auditorium si è tenuta ( dai proff Bertini e Genesio) una lezione relativa al tema della memoria dell'olocausto, gli studenti del Laboratorio degli ApicUltori hanno partecipato con una lettura drammatizzata di cui di seguito si possono trovare testi e foto . Erano presenti anche l'assessore Cristina Becchi e la consigliera comunale Emanuela Periccioli che è intervenuta alla fine della lezione

 

 

 



Gli apicultori ricordano l’olocausto

 

Progetto arcoscenico 2015

 

 

 

Assetto scena: palcoscenico spoglio. Scale tutte davanti e unite.

 

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I l corpo di scena (tranne Angela che arriva dopo, quando tutti si sono posizionati) si alza lentamente e alla spicciolata dalla platea e si dirige sulle scale. Tutti si mettono di spalle, leggermente in tralice, in posizione di cammino, tutti verso la stessa direzione, alcuni vicini, familiari, stretti.

 

 

 

1 Angela ……. arriva dopo e si ferma guardando il pubblico

 

(Farfalla, di Pavel Friedmann (1921/1944)

 

L’ultima, proprio l’ultima, / di un giallo così intenso, così assolutamente giallo, come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca così gialla, così gialla! L’ultima, volava in alto leggera, aleggiava sicura, per baciare il suo ultimo mondo. Tra qualche giorno sarà la mia settima settimana di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui e qui mi chiamano i fiori di ruta e il bianco candeliere di castagno nel cortile. Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla. Quella dell’altra volta fu l’ultima: le farfalle non vivono nel ghetto.

 

 

 

2 Stefano

 

( Ringelblum, Sepolti a Varsavia - 30 agosto 1941)       una categoria speciale di mendicanti è quella che chiede l’elemosina dopo le nove di sera. Siete alla finestra, e all’improvviso vedete nuove facce, accattoni che durante il giorno non avete mai scorto. Si portano direttamente al centro della strada e si mettono a chiedere pane . Sono per la maggior parte bambini.

 

Nel silenzio notturno, le grida di questi piccoli affamati hanno un’insistenza straziante, e anche ad avere un cuore di pietra, un tozzo di pane si finisce col buttarglielo. Altrimenti si cambia casa. Questi mendicanti non si curano affatto del coprifuoco e si può sentirli fin a notte tarda: sino alle undici e anche a mezzanotte. Non hanno paura di niente e di nessuno. E’ cosa comune, durante la notte, che questi piccoli accattoni muoiano su un marciapiede.

 

 

 

3 Laura         

 

(Lewin, una coppa di lacrime)  Viviamo in una prigione. Siamo stati degradati al livello di animali randagi e negletti. Quando guardiamo i corpi gonfi e seminudi di ebrei che giacciono sulla strada, ci sentiamo come se ci trovassimo a uno stadio suburbano.

 

Solo una cosa può ancora sorprenderci. Il passaggio dallo sterminio sistematico all’omicidio di massa. Per quanto riesca difficile pronunciare parole come queste, bisogna riconoscere che per tutti coloro che muoiono di fame, una morte rapida e violenta costituirebbe certamente un sollievo rispetto alle sofferenze terribili e prolungate della loro agonia mortale. I rapporti tra la vita e la morte sono radicalmente mutati.

 

L’abisso si avvicina sempre di più a ciascuno di noi. Un persistente senso di insicurezza, una paura senza fine. Se sopravviveremo giungeremo alla conclusione che l’aspetto più terribile tremendo, più distruttivo per il nostro sistema nervoso è stato quello di vivere giorno e notte in un’atmosfera di continua angoscia, in un ininterrotto oscillare tra vita e morte…

 

 

 

4 Maria Stella

 

(Gutman, Storia del ghetto di Varsavia, 6 agosto 1942) Ed ecco Janusz Korczak che camminava alla testa dei suoi bambini, allineati per quattro con in mano una bottiglia d’acqua e un libro e un giocattolo. Uno di essi portava la bandiera di re Matt, con sull’altro lato la stella di David in campo bianco. Non era semplicemente un “salire sul treno”, si trattava piuttosto di una protesta silenziosa e organizzata contro il regime omicida. Perfino i lastroni di pietra del selciato si misero a piangere alla vista di questa processione. Ma gli assassini nazisti colpivano con le loro fruste e sparavano a ogni piè sospinto. Korczak insieme alle educatrici, con i loro grembiali bianchi e dietro duecento bambini puliti e in ordine, pettinati per bene     andavano al macello.

 

 

 

5 Juan.

 

Gli oggetti cari che avevamo portato fin qui rimasero nel carro e con loro, alla fine, le nostre illusioni.

 

 

 

6 Niccolò e altri

 

Il recinto “Keffer”    Appelfield, Storia di una vita

 

 

 

1 Angela:        Ci sono atrocità che le parole non possono esprimere.

 

2: Stefano:      Ci sono segreti oscuri che devono rimanere tali.

 

4: maria Stella Ci sono orrori che è vietato raccontare

 

3: Laura:        Perché?

 

1:         Non te lo posso spiegare

 

3:         bisogna raccontare tutto, affinché si sappia cosa ci hanno fatto

 

1:         Non discuterò con te

 

3:         Se non saremo noi a testimoniare, chi lo farà?

 

4:         Non ci crederanno comunque.

 

Niccolò:          Il recinto Keffer era parte integrante del campo di..

 

1,2,4, lo interrompono vivamente

 

Niccolò:           Il recinto Keffer era parte integrante del campo di..

 

1,2,4, lo interrompono vivamenet, il 3 lo allontana appena dal gruppo e resta in piedi vicino a lui

 

Niccolò:           …era parte integrante del campo di Kaltschund. Era un recinto per i pastori tedeschi da guardia, da caccia e soprattutto da inseguimento. Verso sera li facevano uscire per gli inseguimenti… erano più simili a lupi che a cani.

 

Kaltschund era una campo di lavoro dove si producevano armi, vi portavano solo uomini forti. Una volta giunsero delle donne anziane, che furono immediatamente uccise. Un giorno capitarono nel trasporto alcuni bambini piccoli. Il comandante del campo ordinò di spogliarli e di buttarli nel recinto. Probabilmente i bambini furono sbranati istantaneamente, perché non si udirono grida.

 

Divenne una consuetudine. Ogni volta che al campo arrivavano dei bambini piccoli li spogliavano e li buttavano nel recinto.

 

Un giorno accadde una cosa sorprendente: i cani divorarono ciò che divorarono, ma a due dei bambini non fecero alcun male: alzi si alzarono in piedi e li accarezzarono. Il recinto però non era un rifugio sicuro… i pastori tedeschi sono pastori tedeschi: se li si affama non hanno pietà. Perfino i bambini che erano stati nel recinto per settimane, furono divorati…..

 

Il numero 3 volta le spalle, non credendo a quello che dice e si riunisce al gruppo d’inizio

 

 

 

Juan. Gli oggetti cari che avevamo portato fin qui rimasero nel carro e con loro, alla fine, le nostre illusioni.

 

 

 

(Libro di testo del 1935)

 

7 Francesco

 

  1. la costruzione di un manicomio richiede 6 milioni di marchi. Quanti quartieri del costo di 15.000 marchi ciascuno avrebbero potuto essere costruiti al suo posto?

     

    8 Silvia

  2. Un malato di mente costa circa 4 marchi al giorno, un invalido circa 5,50 marchi, un delinquente 3,50 marchi. In molti casi un funzionario pubblico guadagna al giorno 4 marchi, un operaio non qualificato neanche 2 marchi per ciascun  membro della famiglia. Rappresenta graficamente queste cifre. Secondo prudenti valutazioni in Germania ci sono 300.000 malati di mente, epilettici, etc, in case di cura. Quanto costano annualmente costoro complessivamente, se per ciascuno ci vogliono 4 marchi? Quanti prestiti matrimoniali dell’ammontare di 1000 marchi l’uno – con rinuncia a qualsiasi successiva restituzione – si potrebbero stanziare ogni anno con questi soldi?

     

    9 Matteo

  3. Per esperienza le famiglie inferiori per ereditarietà hanno un numero di figli più alto di quelle immuni da tare ereditarie Supponiamo che in un paese esista lo stesso numero di coppie sane (A) e di coppie minate (B), delle quali il gruppo A abbia mediamente 3 figli che giungono al matrimonio, il gruppo B 5. I figli A avranno in media 3, i figli B 5 discendenti. In quale rapporto si troverebbero i discendenti dei due gruppi dopo 100 anni (3 generazioni), dopo 200 anni?

 

 

 

10  ????

 

E. Wiesel, A7715 (La notte)  Mai dimenticherò quella notte, la prima notte del campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso.

 

Mai.

 

 

 

Piano piano, tutti scendono dalle scale, e mentre si dirigono  verso il fondo dell’auditorium  fanno alzare e abbracciano e baciano il pubblico…. La scena deve essere intensamente emotiva. Poi si dirigono verso il fondo dove aspettano che cambi musica…. Quando la musica è cambiata, ritornano di corsa sul palco a prendere gli applausi

 

 

 

 

 

fine